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  • Immagine del redattoreMarco Zanotti

Il senso del mio mestiere (dubbi e riflessioni politiche)

Aggiornamento: 15 dic 2021





Mi addolorano e scavano un solco sempre piu profondo in me i tanti messaggi che mi arrivano da amici e conoscenti, i quali mi dicono che purtroppo non potranno o non sono potuti venire ai miei concerti per i motivi che tutti sappiamo.


Mi chiedo che senso abbia continuare a fare concerti. E anche andarci.

Mi chiedo perché uno come me (e come tanti altri) che da sempre cerca di fondare la propria vita ed il proprio lavoro su valori come uguaglianza, solidarietà e libertà di opinione debba ora accettare di portare la propria vita ed il proprio lavoro in luoghi che escludono una fetta significativa di persone.


Sto parlando di tantissimi individui che si pongono continuamente delle domande e che si oppongono (non da ora) al sistema iper-capitalista e alla società della sorveglianza, del quale il super green pass è una delle manifestazioni più violente e che alla base venera la crescita, il profitto e la ricchezza come assiomi incontrovertibili, ai quali è possibile sacrificare ogni cosa.


Vorrei esprimere la mia solidarietà più totale verso tutti i compagni che si trovano in questa situazione distopica di apartheid e in generale per coloro che si interrogano preoccupati sul futuro che stiamo scegliendo. Per il collega che pranza in piedi fuori dalla porta, per il compagno di scuola che viene fatto scendere dai mezzi "pubblici" o per quelli che, loro malgrado, sono obbligati a doversi organizzare in gruppi carbonari di mutuo soccorso. Per campare o per restare coerenti coi propri valori.


O vogliamo parlare di valori?

I vaccini non c'entrano piu nulla. Hanno smesso di essere un argomento nel momento in cui non vengono condividisi i brevetti al di fuori del primo mondo capitalista. Un gioco spaventoso in cui la spasmodica e fagocitante smania di profitto ha avuto la meglio persino sulla tutela della vita delle persone. Non a caso la nuova variante arriva da uno dei paesi che più insistentemente chiede da tempo la condivisione del knowhow su come si producono, i vaccini. E mo' gli chiudiamo pure gli aeroporti! Brutti impertinenti! Come osate tirar fuori una nuova variante?

"Le scelte globali in materia di vaccino anti Covid-19 stanno abbandonando la maggior parte della popolazione mondiale al proprio destino. Scelte sciagurate che rivelano la profonda inconsapevolezza e indifferenza al fatto che, proprio come per la questione climatica, la grande e tragica lezione che arriva da questa pandemia è che il destino del mondo è comune e che nessuno si salva da solo."


Ma in Italia sono quel 10% di non vaccinati che non sono altruisti, che non pensano agli altri. Che non stanno facendo un atto di civiltà e rispetto verso gli altri. Peccato che in questa minoranza ci siano parecchie persone che quei gesti di civiltà li fanno da anni, nelle loro scelte quotidiane, nel loro stile di vita. Gente che, in realtà, pensa alle generazioni future molto più di tanti che li accusano.

Alcuni si stanno rifugiando in montagna, come facevano i partigiani, altri hanno abbassato ancora di più il proprio profilo pubblico. L'obiettivo è evitare il linciaggio, starsene più lontani possibile dal sistema. E l'unico modo per farlo è: smettere di consumare.


"È colpa loro se ora dobbiamo vaccinare pure i bambini" [Mentana-Gabanelli]

Certo. La colpa è comunque loro.

Come era stato prima per i furbetti, per chi faceva jogging, per la movida e i bambini-untori, il problema ora in Italia è quel residuo 10% che proprio il vaccino non se lo vuole fare. E ne ha tutto il diritto, finché qualcuno non si prende la responsabilità legale e politica di renderlo obbligatorio.


E buona pace alla inedito stigma novax, visto che all'interno di questa generalizzazione ci stanno individui appartenenti ai più disparati ceti sociali, politici, geografici e culturali. Ci stanno anche quelli che inesorabilmente sono finiti nella spirale dei complotti e persino i fasci, sì. Sono perfettamente funzionali, direi provvidenziali, al giochetto del governo, che da due anni si fonda sullo scarico verso il basso per individuare i colpevoli.

Pur di non dover scomodare i piani alti, ad esempio tutto ciò che inizia per Conf.


"In moltissimi territori si sono addensate isole chiuse di livore, paranoia e motivata indignazione; sono vere comunità in nuce, aggregatesi più che su una visione di qualche genere, sulla base di un rifiuto – anche qua sistemico, non più riconducibile alle sole scelte individuali, con numeri amplificati dall’uso delle reti, in cui piazze reali e virtuali si inseguono e si legittimano a vicenda. [..] L'incapacità di darsi e dare un senso, un progetto, una direzione di marcia ed un’autorevolezza non complottista o disperante a questa movimentazione, non deve portare a sottostimarla."


Mi addolorano la noncuranza e il disinteresse di chi si adagia sulla comodità e non si accorge nemmeno che dietro alla loro normalità ci sono tanti esclusi e tanta ingiustizia. Ora si, che va tutto bene. Siamo superdotati! Finalmente stiamo dalla parte dei privilegiati.

Tra questi molti si dicono di sinistra.

"Come è stato possibile che la sinistra abbia finito per ridicolizzare l’idea stessa che, dati gli interessi in gioco, possano esserci in ballo motivazioni altre rispetto al “bene pubblico”? E com’è possibile che la sinistra sembri ignorare del tutto le preoccupanti implicazioni etiche e politiche dei lasciapassare vaccinali?"


Invece che al futuro si guarda solo al presente, il dito e non la luna.

Invece di sostituire l'acqua sporca, si continua a medicare il pesce moribondo.


Sostituire l'acqua sporca significa cambiare modello di sviluppo.

Baricco dice che siamo bloccati perchè ancorati ai pensieri del '900 e che non è ancora sorta una nuova idea convincente per un nuovo modello mondiale. Ma che cos'è l'ecologismo se non l'unica bandiera sotto la quale dovremmo creare un nuovo credo comune? La giustizia climatica è inscindibile dalla giustizia sociale.

E si da' il caso che essa sia anche strettamente legata ai virus https://www.internazionale.it/video/2020/05/01/umani-responsabili-pandemie


Ma no, il nostro governo ora è stato promosso a paladino mondiale del neo-liberismo, persino la Germania ora ci prende come esempio! E chissenefrega dell'acqua sporca in cui viviamo, delle innumerevoli fratture sociali (dividi et impera) e del disastro psicologico che questo stato di emergenza folle sta scavando nelle generazioni più giovani. Chissenefrega del futuro. Crescita, profitto, vita eterna!


Poi ci sono i media - io sono letteralmente allucinato -

Il recente rapporto del Censis sulla situazione sociale degli italiani, rimbalzato sulle testate giornalistiche qualche giorno fa, parla di italiani poveri e in preda ad "un'ondata di irrazionalità. Un sonno fatuo della ragione, una fuga nel pensiero magico stregonesco, che pretende di decifrare il senso della realtà."

E via ad equiparare coloro che hanno dubbi sullo stato di emergenza, sull'utilità di questi vaccini o sull'etica delle case farmaceutiche ai negazionisti del covid o ai terrapiattisti. Faziosetto per essere un organo di stato, no?

Non possiamo che prendere atto di questo nuovo scientismo imposto a reti unificate. Ma scusate, possiamo non essere d'accordo?

Possiamo non essere d'accordo?


E arrivo alla domanda dolorosamente anarchica: la tv pubblica, la stampa e in ultimo la politica, che senso hanno a questo punto? Se addirittura vietano alle persone di avere dei dubbi e di manifestare, che senso hanno? Se manco li votiamo coloro che decidono per noi, che senso ha la democrazia?

Al cospetto di quei 250mila ragazzi e ragazze che sotto la pioggia a Glasgow dichiaravano il re nudo con il suo blabla, cosa resta dei nostri uomini politici? A Milano avevano bloccato le strade e invaso pacificamente le redazioni dei giornali, semplicemente per dire: guardateci, ascoltateci! Qualcuno ne ha parlato? Qualcuno li vede? Quei ragazzi sono il nostro '68, e sono giustamente increduli davanti allo scempio che stiamo lasciando loro. Davanti a loro il potere costituito diventa misero misero. La politica stessa, così com'è oggi asservita in toto alla finanza e al capitale, impallidisce, si riduce a nulla.

"Di bla bla è fatta la democrazia" parola del presidente dell'Eni in risposta alla Thunberg.

Questo è il livello: un offesa alla dignità dei nostri antenati e una pernacchia alle generazioni a venire.



Tornando al mio mestiere, mi trovo davvero in difficoltà:

la mia coscienza non regge a fare la cosa più bella che so fare (cioè i concerti) in un luogo e in un tempo in cui si escludono delle persone in questo modo. Non basta la croce di doversi tamponare a proprie spese (w i sindacati), ora con il superGP queste persone sono escluse e punto. Dai teatri, mica dalle chiese o dai negozi, si capisce.


Qualche giorno fa suonavo in un locale di Rimini e due amici, non potendo entrare, hanno ballato per tutto il concerto fuori in strada, di là dal vetro. La situazione era talmente insopportabile che Carlos, Andrés ed io abbiamo deciso di concludere il concerto fuori, acustici e con la berretta in testa. Se dentro non possiamo stare tutti, allora stiamo tutti fuori.

E infatti è stato bellissimo, eravamo di nuovo uguali e liberi da ipocrisie.


Rinnovo la mia offerta di concerti in salotto, in cantina, nel granaio o davanti ad un fuoco. Applico prezzi calmierati e porto del vino.





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Per navigare una crisi è necessario ipotizzare che essa abbia un punto d’arrivo diverso da quello di partenza, che sia opportunità di trasformazione e non solo danno. Che, insomma, il suo esito non sia il mero ripristino dello status quo, ma sia aperto al divenire e al molteplice - cose con cui abbiamo un rapporto difficile. Da quattro secoli il mondo unico del capitalismo prevede che nulla esista davvero se non ciò che è già previsto; e da qualche decennio a questa parte – da quando, cioè, il capitalismo ha preso la sua estrema piega neoliberista – interpretiamo ogni crisi come mera deviazione dalla norma, anomalia di funzionamento da riportare il più rapidamente possibile alla condizione precedente. Lo scientismo è la forma ideologica di questa presunzione, che condanna dapprima all’inesistenza, e poi alla distruzione ciò che eccede le sue categorie interpretative. [...] Senza un’ipotesi di mondo altro, la violenza del proprio mondo appare come ordine naturale delle cose, la sopravvivenza come vita.

Michael Taussig (antropologo e professore alla Columbia University)




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